Il libro. "Mille anni che sto qui" di Mariolina Venezia. Lucania nel cuore

Donatella Scatamacchia (April 20, 2008)
E' come se la Basilicata o Lucania, la terra che fa da sfondo all’intero romanzo, si sia fermata in un mondo senza tempo, in cui a cambiare è solo l’involucro, tutto il resto invece non cambia mai, resta sempre allo stesso punto



“Non è facile raccontare questa storia a chi non conosce la valle del Basento, il cielo celeste come i colori a matita dei bambini, i pendii che il grano rende verdi a primavera e gialli d’estate, i fuochi delle stoppie, i tralicci per l’estrazione del petrolio, i paesi agonizzanti sulle colline, il volo del nibbio”.

E’ così che l’autrice esordisce nell’ultimo capitolo del libro, ed è impressionante come questo sia vero. La lettura di questo libro mi è stata consigliata da una cara persona in un momento particolare: sono Lucana e, mi verrebbe da dire, in quanto tale, ad un certo punto della mia vita ho iniziato a rinnegare le mie origini e le mie radici, la mia “lucanità”. Ed è sorprendente come questo libro renda chiaro il perché di questo passaggio: è come se la Basilicata o Lucania, la terra che fa da sfondo all’intero romanzo, si sia fermata in un mondo senza tempo, in cui a cambiare è solo l’involucro, tutto il resto invece non cambia mai, resta sempre allo stesso punto. E così che il sentimento di amore ed odio diventa inevitabile.

Ma il romanzo di Mariolina Venezia non spinge solamente all’introspezione di una lucana proiettata nel mondo e nel futuro; è un libro affascinante in cui le storie, i drammi e le felicità di uomini si fondono a quelli della storia d’Italia, ripercorrendola dall’Unità del paese nel 1861 alla caduta del muro di Berlino nel 1989. Tutto ruota intorno alle vicende di una famiglia di Grottole, un paesino in provincia di Matera, nata dall’unione (mai ufficializzata) di don Francesco, il ricco ma buzzurro proprietario terriero, e la sua amante Concetta. Sono vicende che coinvolgono fratelli, sorelle, figli, nipoti e pronipoti in cui emerge una società estremamente maschilista ma dove, quella a cui tocca prendere le decisioni della vita è sempre la donna. Così la protagonista vera è Candida, figlia di Albina, nipote di Concetta, madre di Alba, nonna di Gioia.

Poi ci sono le singole vicende di ognuna di loro che si immergono nella storia: le esperienze durante il periodo del brigantaggio, la devastante partenza per “la Merica” alla ricerca di un mondo dignitoso, la tragedia della Grande Guerra, l’abbandono della propria terra per lavorare a “l’altitalia”, fino ai travolgenti anni Sessanta e Settanta, che in realtà tanto travolgenti per i grottolesi non furono, tanto che Gioia per la sua inesauribile sete di libertà si sentì costretta ad abbandonare la propria famiglia per seguire i figli dei fiori.

Alla fine però, dopo mille esperienze, drammi e difficoltà è proprio a casa che torna, in quella terra che un tempo la faceva sentire prigioniera, per ritrovare se stessa e ricominciare a vivere.

"Mille anni che sto qui"

Mariolina Venezia

Torino : Einaudi, 2007



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