Giovani italo-americani raccontano la loro italianità-italicità

  • Cav. Joseph Coccia
La Coccia Foundation, in un seminario alla Hofstra University di Long Island, rende protagonisti i giovani universitari di origine italiana. Confronto e scambio di opioni sul loro lavoro per promuovere la cultura italiana.

Molti i giovani italo-americani che il 7 febbraio hanno illustrato le attività organizzate nei diversi atenei  per promuovere la cultura italiana. Si è trattato di un appuntamento che ciclicamente la fondazione Coccia organizza per mettere i contatto diverse realtà accademiche.

Presenti all'evento i fondatori dell'Organizzazione Mr Joseph. e Mrs. Coccia, con la figlia Elisa, vice presidente ; Phil Sergio, Coccia Foundation Student Liaison; Mary Ann Re, Direttore della Coccia Foundation; John Anthony Tamburri, Presidente del Calandra Italian American Institute e del American Association of Teacher of Italian (AATI) ; il Prof. Stanislao Pugliese docente alla  Hofstra University 

Ospiti d'eccezione, e al tempo stesso protagonisti, studenti italo-americani. Tutti giovani che, con l'obiettivo di celebrare le proprie origini, organizzano eventi all'interno di molti atenei tra New York e New Jersey.

Le loro parole hanno svelato un profondo entusiasmo che anima la loro attività come promotori della cultura italiana. Moltissimi di loro parlavano italiano ed erano in ogni caso in grado di comprenderlo.

"Amo l'Italia! I miei genitorio sono siciliani. Questa estate andrò lì con mio fratello. Non vedo l'ora! Mi sento un ponte tra l'Italia e l'America: rappresento l'identità italiana che vive negli States", ci ha detto Eugenia Serratto, Presidente dell'Italian Club of Westchester Community College nel New Jersey. Franco Civiletta e' nato e cresciuto qui, ma ha genitori di Pratola Serra (AV). Ci ha rivelato la sua scelta in controtendenza di voler vivere nel Bel Paese: "adoro il life style italiano...mi rappresenta. Non vedo l'ora di guadagnare un po' per poter iniziare una nuova vita in Italia. I miei genitori non approvano, ma io porterò a termine il mio progetto. ...e poi adoro Ligabue".

La Fondazione Coccia, creata dal Cavaliere Giuseppe Coccia e da sua moglie Elda, supporta dal 1994 eventi educativi e culturali come quelli presentati. Attenta in particolare ad una presenza presso istituti di istruzione superiore, l'Associazione ha l'obiettivo di promuovere la conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso l'istituzione di borse di studio, programmi didattici all'estero e manifestazioni culturali.

La Fondazione fornisce da anni un contributo per aiutare le nuove generazioni di italo-americani che vivono negli States a conoscere meglio il proprio background culturale.

Si deve a loro il coordinamento di realtà studentesche così che rimarrebbero nascoste nell'accademia americana. Importante anche il loro lavoro per far conoscere l'Italia deli giorni nostri. Non a caso tra i vari libri diponibili in esposizione per gli studenti un testo che Piero Bassetti, presidente di Globus & Locus, ha pubblicato in lingua inglese.

Il cavalier Coccia durante l'evento ha parlato con orgoglio ed evidente commozione della sua Fondazione. Dalle sue radici e passione per l'Italia una missione: quella di aiutare i giovanii  a recuperare ed appropriarsi dello stesso senso di orgoglio per patrimonio culturale italiano che lui ha mantenuto intatto negli anni.
 

John A. Tamburri, Preside del Calandra Italian American Institute, presidente dell' American AssociationTeacher of Italian of e socio fondatore di i-Italy.org,  ha cominciato il suo interventol parlando di l'identità. Ha evidenziato, infatti, il valore dell'appartenenza ad un gruppo come ponte capace di favorire il diramarsi di relazioni sociali. "Noi siamo il risultato dell'immigrazione", ha detto Mr. Tamburri svelando l'importanza che ancora oggi ricopre il lavoro dei primi italiani qui in America.

"Attraverso la Coccia Foundation i ragazzi qui presenti, e molti altri, riescono ad aggregarsi e creare una comunità che non dimentica da dove viene. Infatti solo chi sa da dove viene riesce a conoscere chi è realmente ". Una storia comune fatta di tradizioni, usi e costumi sottolinea l'unicità di un popolo. Rivolgendosi ai molti giovani presenti all'evento, il Preside del Calandra ha sottolineato l'importanza delle relazioni, del network che si può creare tra le persone che hanno la medesima storia, appartenenza. "La gente oggi ha bisogno di sentirsi parte di una comunita' e il portale "i-italy.org" ne è un esempio: i lettori, iblogges, gli iscritti alla community crescono ogni settimana. Non esistono altri posti dove trovate un concentrato di informazioni italiane ed italiane in America cosi'".

Il seminario ha rappresentato un momento anche conviviale di incontro tra giovani e professori che fanno parte di una rete accademica più unica che rara.  A margine abbiamo continutato a parlare con diversi studenti entuasiasti curiosamente insieme, dopo aver viaggiato anche molto per raggiungere la Hosfra University, un sabato mattina.

Ci siamo ancora una volta  resi conto  l'amore per l'Italia travalica le origini familiari. "I nostri amici americani amano il nostro paese, vogliono racconti da parte nostra. Vogliono conoscerlo." ci hanno detto. Dunque loro sono i nostri veri ambasciatori italiani. Anche Italici quindi (come direbbe Bassetti) e non solo italoamericani.

Abbiamo avvicinato la signora Elda Coccia che, attenta ma dolcemente silenziosa, aveva assistito all'evento. Nei suoi occhi tanto calore umano. Schiva, evitava persino di farsi fotografare, osservava,. Nel suo racconto una storia americana emblematica e ancora tanto amore per la cultura italiana.

La sua famiglia è l'esempio di un'immigrazione "riuscita"?

"Si. Devo dire che la mia famiglia ha veramente 'trovato l'America'. Quando sono arrivata avevo 15 anni e ora sono qui da 57. Praticamente ho vissuto la mia vita qui negli States. Mio marito ha svolto il lavoro di assicuratore e venditore di immobili. Abbiamo cresciuto cinque figli. Mio marito è nato a Newark, nel New Jersey da immigrati italiani venuti qui nel periodo della Grande Depressione. Io, invece, sono nata in provincia di Avellino."

Cosa reppresenta per voi la Fondazione?

"Mio marito ha lavorato fino a pochi anni fa ed ora è in pensione. Spendiamo tutte le nostre energie per i nipotini e per la Fondazione. Pensiamo infatti che il futuro sia nelle mani di bambini e adolescenti e che solo grazie ad una loro corretta educazione la cultura italiana possa prosperare.'"

Quali risultati ha conseguito la Fondazione in questi anni?
 
'L'Istituto si e' affermato nei campi italo-americani dell'istruzione e della progettazione di attività. Sono orgogliosa dei traguardi raggiunti: la fondazione finanzia scuole del New Jersey, New York, California, Carolina del Sud e sostiene College nel New Jersey, New York e Pennsylvania. Abbiamo fatto tanto per creare Club di Studenti Italiani e dar vita a "comunità" di italiani. E' stata avviata la distribuzione di libri italiani nelle librerie. Infine abbiamo istituito numerose borse di studio finalizzate a sostenere la lingua italiana all'estero con programmi di studio e riconoscimenti per i risultati annuali.''

Si avvisa non poco orgoglio in lei...

"La Fondazione è molto importante per le piccole comunità e che hanno voglia di integrarsi. Io sono fiera del lavoro di mio marito e di nostra figlia Elisa, oggi Direttore della Fondazione.La grande passione che mio marito ha per tutto ciò che ha il "sapore" italiano è stato il motore delle nostre iniziative. Questa Fondazione è nata per i giovani, per facilitare il loro inserimento nelle attività economico-sociali della comunità americana, per promuovere i valori italiani all'estero e per ricordare la nostra forte identità culturale. Fa parte della nostra vita. Del nostro percorso familiare."

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