Elezioni in TV: “ha da passà ‘a nuttata”…. Bossi: Ubi maior…

Maria Rita Latto (April 15, 2008)
Dalle 14.40 del 14 aprile circa è iniziata sulle reti tv italiane la maratona elettorale, una vera e propria indigestione di dati, commenti, exit poll e proiezioni che, come di consuetudine, si protrae fino al mattino successivo. Arrivano i primi dati, degli exit poll, qualche minuto prima delle 15.00, su RaiDue, nello Speciale Elezioni....



Dalle 14.40 del 14 aprile circa è iniziata sulle reti tv italiane la maratona elettorale, una vera e propria indigestione di dati, commenti, exit poll e proiezioni che, come di consuetudine, si protrae fino al mattino successivo. Arrivano i primi dati, degli exit poll, qualche minuto prima delle 15.00, su RaiDue, nello Speciale Elezioni. L’Italia ha scelto, apparentemente. I primi dati vedono sostanzialmente un testa a testa tra il PdL di Berlusconi ed il PD di Veltroni. Questi exit poll, elaborati dalla “Consortium” per la Rai sono rimasti per circa un’ora e mezza gli unici dati disponibili, visto che Mediaset, con i dati Ipsos, è entrata in gioco alle 16.30, direttamente con le prime proiezioni. Nell’ora e mezzo di incertezza spicca l’intervento su RaiUno del direttore del Tg1 Gianni Riotta, che arrivato all’improvviso negli studi dello speciale “L’Italia al Voto”, ha preso in mano la conduzione del programma fin lì nelle mani di David Sassoli. Cercando di smuovere il clima di comprensibile prudenza dopo i primi exit polls, Riotta ha lanciato la sfida: “Al prossimo ospite che dice che è troppo presto per commentare i dati togliamo il microfono. Se non vogliono parlare che vengono a fare“. Il riferimento è chiaramente rivolto ai primi politici interpellati dagli inviati nelle sedi dei partiti in piena fibrillazione. Inizialmente c’è un cauto ottimismo, soprattutto per quel che riguarda il PD, che per qualche minuto è stato il primo partito italiano e, come coalizione con Di Pietro, appena di poco al di sotto del PdL. Interpellato dalle varie televisioni in collegamento col loft del Partito Democratico, Ermete Realacci si sbilancia: “Sono exit polls, ma confermano l’impressione che noi avevamo avuto. C’era qualcuno che parlava di distacco incolmabile di 8 - 10 punti e questo qualcuno ora è servito. La rimonta è stata straordinaria, non sappiamo dove si sia fermata questa rimonta, lo sapremo questa notte, forse domani mattina, ma da parte nostra c’è già una grande soddisfazione per il lavoro fatto”. Caro Riotta, hai capito adesso perché è bene non sbilanciarsi troppo?

Nell’incertezza del momento appare fantastica l’affermazione di Francesco Pionati: “l’UDC indica nella grande coalizione la strada per uscire dall'ingovernabilità. Quelli del PdL mi sembrano preoccupati “. Che sia un’offerta di voto in cambio di qualche poltrona in caso di pareggio? La sua candidatura di Casini come premier lascia francamente interdetti. A questo punto non si può non notare che forse il vecchio detto che la prudenza non è mai troppa sia più che mai attuale, considerato il fatto che, specialmente negli ultimi anni, gli exit polls sono stati regolarmente sconfessati dalle proiezioni e dai dati finali. D’altronde, è pur vero che in Italia non si può fare a meno di discutere dei risultati a caldo per tutta la serata e parte della notte del lunedì elettorale,ormai fa parte dei riti nazionali, anche se i risultati sono molto parziali e, come già successe nel 2006, vengano poi contraddetti da quelli finali. Ed infatti, verso le 16.30, come da tradizione, gli exit polls sono sbugiardati: le prime proiezioni degli Istituti di rilevazione messi in campo da Rai e Mediaset offrono un quadro diverso da quello prospettato durante la prima ora e mezza. Su Mediaset, addirittura, il vantaggio del PdL sul PD lievita fino ad arrivare al +9%, col PdL al 47,2%, il PD al 38,1%, demolendo in un attimo tutte le congetture e le analisi fatte in Rai, dove nel frattempo iniziano ad arrivare le prime proiezioni, un pò meno forti rispetto a quelle di Mediaset. Col passare delle ore, tuttavia, anche in Rai il dislivello a favore del PdL cresce. Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, commenta così le prime proiezioni, non risparmiando una frecciata al centrosinistra: “Non capisco -dice- questi gridolini di giubilo di qualche mezz’ora fa”. Nel frattempo su RaiUno arriva Bruno Vespa, denominato ormai “il Presidente della Terza Camera del Parlamento Italiano”, ovvero il suo programma “Porta a Porta”, il quale annuncia alcuni degli ospiti che interverranno allo “Speciale Porta a Porta” che andrà in onda in prima serata. Ci saranno Fausto Bertinotti, Piero Fassino, Claudio Scajola, Umberto Bossi, Roberto Maroni, Lorenzo Cesa, forse Antonio Di Pietro. Notevole anche il parterre composto da illustri politologi ed opinionisti del calibro di Giovanni Sartori e Mauro Pirani, dai direttori dei principali quotidiani nazionali in collegamento dalle proprie sedi. E non mancheranno i collegamenti con le sedi dei partiti e con altri leader politici, oltre che con il Vicinale per avere in tempo reale i dati dello spoglio. Insomma, una vera e propria corazzata elettorale!

Non sono da meno le altre reti e col passare delle ore si fa strada un clima vagamente surreale. Su Canale 5 Matteo Mastromauro in collegamento da Arcore, fuori dalla villa di Berlusconi, informa i telespettatori che Berlusconi non è lì. Su La7 Luca Barbareschi, attore candidato nello schieramento di centrodestra fa un annuncio a dir poco agghiacciante: proporrà una legge per la cultura italiana insieme a Gabriella Carlucci. L’irriducibile Rosy Bindi dice che “ci sono alcune incongruenze nei dati che non mi convincono”. Apprendiamo dalle dirette televisive che Walter Veltroni ha telefonato a Silvio Berlusconi, dando atto all’avversario della vittoria a scrutinio ancora in corso. Un’innovazione nel rissoso clima italiano che rispetta la prassi delle democrazie occidentali e che lascia presagire una stagione di dialogo sulle riforme. Per certi versi Veltroni cerca di superare il muro contro muro degli ultimi anni e lascia intendere che la strategia introdotta con la decisione di correre da solo non si esaurisce con queste elezioni ma avrà riflessi nell’immediato futuro. Non a caso Veltroni ha rinnovato al Cavaliere la disponibilità a discutere subito di riforme.

Quindi alle 20.15 appare in diretta su tutte le reti un Veltroni, poco allegro in mezzo ai suoi, che augura buon lavoro a Berlusconi e ringrazia i suoi elettori. Nonostante tutto è contento dell’affluenza alle urne, e dice di notare “un riequilibrio nella destra a favore della Lega contro al Popolo delle Libertà”. Si augura il rispetto dei valori costituzionali e sottolinea come buono il risultato del PD “la più grande forza riformista che il paese abbia mai avuto”. Da notare, tuttavia, che mentre Veltroni parlava il Tg1 lo ha sfumato per mandare in onda l’intervista a Bossi. Ubi maior…

Intanto ricevo telefonate da amici sparsi per l’Italia, tra cui spicca quella di Maria Carmela dalla Sicilia, la quale fa il commento sulle elezioni che a parer mio è il più sensato dopo ore di fior di opinionisti: Veltroni ha combattuto su due fronti. A destra ha perso. A sinistra ha fatto piazza pulita. Meglio di così non poteva fare, well done Uolter!

Col calare della sera l’atmosfera si fa sempre più frenetica, arrivano le notizie dalla Borsa: Impregilo, cioè l’impresa che dovrebbe attuare il ponte sullo Stretto, è in salita, insieme a Mediaset, per ora al sicuro dall’incubo della riforma del sistema radiotelevisivo. Intanto, alle 20.58 apprendiamo da Arcore che Silvio Berlusconi non partirà per Roma, ma consumerà una cena nella sua villa in compagnia di amici di vecchia data, come Bondi, Dell’Utri, Galliani e il parlamentare ed avvocato personale Niccolò Ghedini. Franco Giordano di Rifondazione Comunista affluita nella Sinista L’Arcobaleno, commentando la disfatta delle forze di sinistra, usa in senso dispregiativo un aggettivo: “Prendendo atto che la sconfitta sia inequivocabile, il sistema americano rischia di prendere campo in questo paese, con due forze politiche che hanno fatto il pieno e polarizzano il parlamento e una sinistra in Italia che, per almeno per i prossimi 5 anni scompare; e alla fine il modello americano premia la destra”.

E finalmente alle nove di sera si materializza, in voce soltanto, però, il Vincitore. Dal suo regno per eccellenza, la televisione, un Berlusconi “commosso per il risultato elettorale che si profila” entra nelle case degli italiani, frastornati ormai, data l’ora, dalla lunga maratona elettorale. A Porta a Porta, prima, ed a Matrix poi, passando per le altre reti televisive, si materializza in voce, dando fondo a tutte le sue potenzialità di “entità” pronto ad emettere il responso atteso dalla chiusura dei seggi in poi: “E’ accaduto ciò che io avevo annunciato”, esordisce rammentando le sue capacità profetiche, tirando amichevolmente le orecchie a tutti quelli che avevano ancora una volta messo in dubbio le sue capacità di “Signore dei sondaggi”. Non lo dice esplicitamente, ma lo lascia capire benevolmente. “E’ quello che ho continuato a dire durante tutta la campagna elettorale, convinto di avere dei sondaggi credibili che fotografavano con esattezza la realtà della situazione”. Come a dire: “Tiè, beccatevi questa!”. Ed a Matrix, il programma di Enrico Mentana, si toglie un altro sassolino dalla scarpa, ricordando che anche nel 2006 aveva vinto lui: “Le elezioni del 2006 non sono state regolari: lo prova anche il risultato che abbiamo ottenuto oggi”. Magnanimo, dopo la dirompente vittoria, il Cavaliere si sbilancia e fa un’ulteriore promessa: di “non andare a letto una sera senza aver realizzato qualcosa di positivo per gli italiani”.

La notte post elettorale inizia con i vaticini berlusconiani e con la certezza di un’Italia nuova, bipolare, con un’unica forza trasversale: quella vaticana. C’è ancora tanto da capire nel marasma generale. Coraggio “ha da passà ‘a nuttata”….

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