Articles by: Sigrid Lupieri

  • Chicago tra presepi e tradizioni italiane


    <<  English Version

     

    La fronte madida di sudore dei soldati brillava nella luce fioca della navata. Una luce che, come tutto il resto del Vietnam, pareva sciogliersi per l’umidità e gocciolare dalle vetrate. Il silenzio dell’interno della chiesa, distante dai colpi dei mortai, avviluppava i presenti, mentre il dottor Di Nello posizionava le figure dipinte. Era il Natale del 1968, e aveva ancora nelle orecchie l’eco dei combattimenti dell’offensiva del Tet, mentre allestiva il suo primo presepe nella Cattedrale di Notre Dame a Saigon.

     

    Come molti altri della comunità italo-americana di Chicago, anche il dott. Di Nello, collezionista di presepi, ricorda il ruolo centrale della scena della Natività nella sua infanzia. Le figurine di terracotta, ormai sostituite da quelle più moderne di legno intagliato, costituivano un elemento basilare della celebrazione del Natale nel suo paesino abruzzese, ai piedi della Maiella e oggi, dopo oltre sessant’anni di vita negli Stati Uniti, rappresentano ancora un forte legame con il passato. In un paese in cui prevale la tradizione germanica e luterana dell’albero di Natale, il dott. Di Nello ha concesso un presepe della sua raccolta privata per l’esposizione “Christmas Around the World”, presso il Museum of Science and Industry di Chicago. L’opera, comprata negli anni Settanta, è stata scolpita in Valgardena dall’artista Ulrich Bernardi e, seguendo la tradizione italiana, raffigura la scena della nascita di Cristo assieme ai personaggi che rappresentano i vari mestieri della vita quotidiana.

     

    In questi giorni altri esempi di presepi italiani si possono vedere presso il LUMA (Loyola University Museum of Art) nel centro di Chicago. L’esposizione del Museum of Science and Industry, invece, propone anche una raccolta di alberi di Natale, decorati dalle diverse comunità etniche di Chicago, secondo le tradizioni e i costumi del proprio paese. Camminando fra il bosco di abeti, dopo aver oltrepassato gli alberi della Finlandia, della Romania, della Francia e le decorazioni natalizie piuttosto improbabili dell’albero di Natale africano, si giunge infine al sempreverde avviluppato in strisce di bandiere tricolori, allestito dalla comunità italiana. Per non lasciare dubbi riguardo alla sua origine, i rami appaiono adorni di panettoni, palloni da calcio e grappoli d’uva di plastica, mentre una grossa calza con la sua scritta augura ai passanti un “Buon Natale”.

     

    Gli appartenenti della comunità italo-americana di Chicago festeggiano, inoltre, la Vigilia del Natale con un pasto sontuoso chiamato “Feast of the Seven Fishes”, che sostengono derivi da una tradizione italiana, e che comporta la preparazione di sette portate a base di pesci diversi. Questi piatti includono antipasti di pesce, brodo di pesce, pasta con sugo di pesce, merluzzo, anguille o capitone alla brace e diversi altre portate a seconda delle abitudini specifiche della famiglia o della regione geografica di origine. Nonostante l’apparente notorietà di questa usanza negli Stati Uniti e in particolare a Chicago, questa tradizione pare essere quasi del tutto assente nell’Italia odierna. Fra conoscenti e parenti nel Nord Italia, non ho potuto trovare una singola persona che potesse affermare di aver mai sentito parlare di questa cena caratteristica della Vigilia. Spinta dalla curiosità, mi sono anche informata presso diverse famiglie di origine siciliana e, nonostante conoscessero l’usanza del pasto di pesce del 24 dicembre, nessuna è stato in grado di confermare la tradizione del banchetto dei sette pesci. Apparirebbe, quindi, come una tradizione ormai caduta in disuso nell’Italia contemporanea, mantenuta viva nella memoria delle comunità di italiani, emigrati all’estero e particolarmente legati al loro passato e alla loro identità.

     

    I festeggiamenti natalizi “all’italiana” comprendono anche la celebrazione della Messa di Mezzanotte, mentre la messa in italiano viene tenuta presso lo Shrine of our Lady of Pompeii, la chiesa italiana più antica di Chicago. Sempre nello stesso contesto, il 6 gennaio viene festeggiato l’arrivo della Befana e, anche in questo caso, ho notato alcune differenze con la celebrazione strettamente italiana. Nella versione statunitense, infatti, la figura della befana appare avvolta in diverse leggende per lo più di carattere tragico che sono ormai rare in Italia. Questi racconti, che tentano di spiegare le origini della Befana e in particolare di legare questa figura alla tradizione cristiana, narrano di una donna che avrebbe dovuto accompagnare i Re Magi, ma si smarrisce sulla strada per Betlemme e tuttora vagherebbe per la Terra alla ricerca di Gesù Bambino. Un’altra versione presente sul suolo americano, molto più drammatica e dettagliata, sostiene che la Befana fosse una donna che aveva perso il suo figlioletto nel “Massacro degli innocenti”, perpetrato dal re Erode, e che, consumata dal dolore, aveva raccolto gli averi del suo bambino in un sacco da portare in spalla. Avrebbe quindi vagato per la Terra fino a quando, durante il corso delle sue peregrinazioni, si imbattè nel Gesù Bambino e, dopo avergli regalato il sacco con i giochi del figlio perduto, fu ricompensata con il dono di una notte all’anno sulla Terra per l’eternità.

     

    La celebrazione delle festività natalizie, tipiche della comunità italo-americana a Chicago, presentano, quindi, nel loro complesso, un insieme di caratteristiche divergenti dai festeggiamenti strettamente italiani. In Italia, infatti, le tradizioni natalizie tendono a variare molto di regione in regione. Nel caso degli immigrati italiani negli Stati Uniti, apparirebbe che le tradizioni di una specifica regione, con il passare del tempo, acquisiscano un valore nazionale e vengano considerate, in seguito, come usanze tipiche di tutta Italia, come nel caso del “Feast of the Seven Fishes”. Per quanto riguarda i presepi, invece, come tradizione tipicamente europea, il dott. Di Nello lamenta la sempre maggiore secolarizzazione della festa del Natale e la conseguente messa in disparte delle scene della Natività. In un paese che tenta in tutti i modi di essere “politically correct”, in cui ormai si usa dire “Happy Holidays” al posto di “Merry Christmas”, il ruolo trdizionale del presepe, come elemento centrale della celebrazione, pare essere in molti casi superato. Un secondo motivo evidenziato dal collezionista, per la presenza sempre minore di presepi nelle case, sarebbe il fatto che poche persone sono disposte a investire soldi in opere di particolare valore artistico, come quello esposto al Museum of Science and Industry (di un valore stimato di circa 30.000 dollari). Il dott. Di Nello, invece, emigrato negli Stati Uniti quando aveva sedici anni, è in possesso di diverse scene di Natività pregiate (fra cui una della ditta Hummel) e nella sua famiglia cerca di mantenere viva la tradizione italiana del Natale. Dopo così anni di vita negli USA, il dottore afferma con un sorriso che sta ancora tentando di italianizzare la moglie canadese da un punto di vista gastronomico.

     
     

    Pubblicato su Oggi7 il 30 dicembre 2007

  • Life & People

    Christmas Celebration & the Italian Community in Chicago



     << Traduzione italiana

     

    Small beads of sweat glistened on the soldiers’ foreheads in the opaque light of the nave. The light seemed to drip from the windows and evaporate in the humid air of Vietnam. The silence within the church enveloped the spectators as Dr. Di Nello positioned the painted figures. His expression of grim concentration finally relaxed as he admired his first crèche in the Cathedral of Notre Dame of Saigon on Christmas 1968.

    Almost forty years later Dr. Di Nello still vividly remembers that Christmas Day in Vietnam, though his interest in collecting nativity scenes actually dates back to his childhood. Like many others from the Italian-American community in Chicago, his memories of the importance of crèches and their central role in the celebration of Christmas are closely tied to the traditions of his native town in Italy. Before the introduction of the Lutheran and Germanic Christmas trees in the 1950s, the small chalk or clay figures were set up in every house to commemorate the birth of Christ. In most cases the miniatures also included different characters that depicted the every day work of the inhabitants of the specific geographic area. Today Dr. Di Nello’s nativity scene collection includes five works sculpted by different artists, one of which is on display at the Museum of Science and Industry until January 6. This medium sized crèche consists of figures made of wood and carved in Valgardena by the artist Ulrich Bernardi.

     The Christmas celebration within the Italian community also includes other events such as the “Christmas Around the World” exhibit, which displays over fifty Christmas trees decorated by the different ethnic communities of Chicago at the Museum of Science and Industry. Following the paths in this forest of pine trees, visitors encounter trees from Romania, Finland, France, and even the somewhat improbable decorations of an African Christmas tree, before reaching the Italian evergreen. In order to dispel any doubts regarding its nationality, the tree is not only  shrouded in Italian tri-colored banners, it is also loaded with panettoni,
    soccer balls, and green plastic grapes. The writing on a large red stocking wishes all passersby a Buon Natale (Merry Christmas).

     

                On December 24, many Italian-American families in Chicago also follow the tradition of the “Feast of the Seven Fishes.” According to the community, this is a typical Italian custom which consists of a dinner where seven different types of fish are served. Some of these dishes include fish antipasto, fish soup, pasta with fish, and roasted eel though the menu can vary considerably. It is interesting to note that, although this tradition is well established in Chicago, as a resident in Italy I had personally never heard of it. Among friends and relatives in northern Italy I could not find a single person who knew of the “Feast of the Seven Fishes.” And even among my Sicilian acquaintances, I was unable to uncover any trace of this custom. It thus appears to be a tradition which has been mostly abandoned in modern Italy, but as often happens, continues to survive within the immigrant communities in the United States.

     

                Other celebrations include mass in Italian held at the Shrine of Our Lady of Pompeii, the oldest Italian church in Chicago. On January 6, the arrival of La Befana, a wrinkled old woman dressed in tattered garments, is also commemorated in the same venue. Even in this case, several differences from traditions in Italy can be observed. In the American version the figure of La Befana is surrounded by a series of legends that have become quite rare in Italy. These tragic myths connect the pagan origins of the tradition of the old woman to the religious dimension of the Epiphany. The legends of La Befana mostly tell the story of an old woman who, instead of following the Three Magi to Bethlehem decides to stay home because she is too busy. She soon realizes that she has missed a great event and immediately attempts to find Baby Jesus on her own. However, her efforts are in vain, for she loses her way and is destined to wander the earth. One of the American versions offers an even more dramatic and detailed account, in that La Befana is in reality a mother who lost her baby during the “Massacre of the Innocents” perpetrated by King Herod. The bereaved mother cannot accept her son’s death so she packs his belongings in a big sack and sets out to search for him. During her travels she meets Baby Jesus and offers him the sack with her child’s belongings. Jesus then rewards her by allowing her to return to earth on one night every year for eternity.

                Other Christmas festivities celebrated within the Italian community of Chicago mirror Italy’s regional traditions and, with the passing of time, they tend to acquire a universal dimension. For example, the “Feast of the Seven Fishes” is most probably a southern tradition, limited to a specific geographic area, which is now representative of Italian-American celebrations of Christmas Eve. These regional customs are thus kept alive by the immigrant families in the United States.

    In a country where wishing someone a Merry Christmas has become politically incorrect, the typically Italian tradition of the crèche appears to be on the wane. Dr. Di Nello in fact laments the increasing secularization of religious icons, such as the depiction of the birth of Christ. Perhaps this is why the collector, who emigrated from Italy when he was sixteen, has pursued his passion for nativity scenes and after over sixty years in the United States, he maintains Italian traditions within his family. And even today, after many years of marriage, he adds with a smile, he is still trying to Italianize his Canadian wife, from a gastronomic point of view.

     


    (Edited by Giulia Prestia)