Articles by: Mila tenaglia e letizia airos

  • Arte e Cultura

    Gaetano Pesce. Diversità e provocazione nel design

    Classe 1939, occhiali tondi e un sorriso serio, Gaetano Pesce si muove con eleganza e pacatezza nel suo laboratorio fucina di idee e colori. Uno spazio vasto dal legno scricchiolante, che si affaccia sulla Broadway, in un vecchio palazzo a Soho una volta abitazione e studio di artisti.

    Il designer è 

    seduto su “Notturno a New York”, uno dei suoi progetti più 

    emblematici: una mezza luna imbottita gli fa da spalliera, i grattacieli in poliuterano sono braccioli su cui si fonde un panorama notturno, proprio di quella New York che gli sta tanto a cuore ma che allo stesso tempo “... anche se rimane la capitale del mondo, non posso starci oltre due settimane, per me diventa troppo ripetitiva. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di viaggiare molto e questo mi fa avere il giusto equilibrio con questa città”.

    Gli oggetti nel suo studio sono come dei frammenti di storia, piccoli tasselli che ripercorrono il passato, presente e futuro di Gaetano Pesce. Il tempo, la diversità, l’errore, il rapporto con la figura femminile sono alcuni dei suoi ragionamenti che tengono viva la chiacchierata nel suo studio letteralmente sommerso di opere e dipinti.

    La diversità e la provocazione per esempio. Come “L’Italia in Croce”, installazione emblematica e irriverente che ha fatto discutere e ha scatenato polemiche fuori e dentro il nostro paese “E’ una risposta a tutto quello che succede in Italia nel settore pubblico… E’ l’Italia che soffre e che dovrebbe guardare al moderno e al contemporaneo che hanno enormi energie.

    Basti vedere quello che ha inventato la Apple: ha dato al futuro la possibilità di diventare presente e in quel momento ha invaso il mondo con qualche cosa che aiuta a comunicare”.

    Ci racconta di momenti salienti della sua vita che lo hanno formato “Ero uno studente di architettura già inserito nel mondo dell’arte… Frequentavo la designer Milena Vettore, lei faceva la scuola di disegno industriale a Venezia e mi aveva aperto molto la testa… con lei ho conosciuto Cesare Cassina, il fondatore della Bracciodiferro, una mostra dedicata alle mie opere che vanno dal 1971 al 1975 . Lui ci invitò a fare ricerca e sperimentazione nella sua fabbrica. Cassina sapeva vedere oltre” prosegue il designer “Ha fatto molto per il design italiano. Grazie a lui ho imparato molto, per esempio che la cultura del nostro tempo è una cultura “corta”, che non pretende di coprire grandi periodi storici e ha valori che valgono per periodi molto brevi. Il nostro tempo è fatto di contraddizioni, di contenuti che si affermano e spariscono velocemente”.

    “In generale ci troviamo in un’impasse nel nostro momento storico perchè più o meno le cose si ripetono e non c’è molta innovazione. Direi che il modo per ringiovanire il mondo potrebbe essere passare la staffetta al mondo femminile. Sono molto più dedicate, committed, impegnate. E quindi l’elasticità della loro mente va molto vicino a quella che è l’elasticità del nostro tempo. Mentre l’uomo ha fatto delle cose straordinarie nel passato ha come esaurito la propria energia e si dedica a delle cose così… naturalmente ci sono delle eccezioni”.

    Proprio sul rapporto transitorio tra vecchio e nuovo, uomo e donna ci racconta della suo prossimo lavoro che farà a maggio al museo MAXXI di Roma “L’Italia riconosce ufficialmente il mio lavoro con una grande esposizione al museo romano: una mostra retrospettiva che durerà fino a ottobre e che porta del lavoro vecchio, del lavoro meno vecchio, del lavoro nuovo. Il titolo sarà Il tempo della diversità. Penso che nel momento in cui siamo diversi abbiamo voglia di comunicare ed è giusto farlo. E’ questo il senso del titolo della mostra”.

    “E’da 45 anni che ho fatto questo progetto e quindi mi è venuta la voglia di celebrarlo mostrando le cose che sono cambiate nel frattempo. La donna soffre ancora dei pregiudizi dell’uomo. La mostra parlerà principalmente di questa problematica. Ci sarà una poltrona che sarà alta quasi 8 metri e messa nell’esterno del museo, nella piazza. La gente potrà entrare dentro questa grande costruzione per poi trovarsi di fronte a dei video a immagine fissa, circa 40. Ogni video porterà una domanda, ci sarà una scritta tipo: in quale paese le donne non possono guidare la macchina da sole? Tutta una serie di domande che se gli spettatori vogliono hanno l’opportunità di rispondere. È una provocazione che vuole portare a riflettere su un problema molto vivo e attuale”.
     

    “Ci sarà anche un’altra opera, che spero crei emozione” continua il designer “L’ultima parte della mostra è un’istallazione sul tempo: una sala di 8 metri X 8 alta 6 che è come una cella frigorifera dove la temperatura è di un 1 grado. Si entra dentro e si guarda, sembra un sole o un orologio enorme di ghiaccio che è sospeso e fa delle gocce… l’idea è che si sciolga nei 4 mesi della mostra e che diventi il nulla. Ma le gocce cadono in una bacinella e fanno rumore… lì ci sono dei sensori che moltiplicano il suono e ci fanno sentire che il rumore del tempo è diverso”.
     

    “L’arte è proprio questo, è provocazione”. Conclude il padre del design made in italy.
     

    Ma prima di lasciare ci mostra una parte delle sue creazioni in resina: i Gioielli di Gaetano Pesce, “Le resine anche se sono relativamente povere, possono essere materia di decorazione. Non sono gioielli che guardano al passato e quindi raccontano che con materiali modesti si può fare un gioiello…”. Bracciali, collane e spille che morbide e sinuose al tatto e alla vista custodiscono una luce che gioca sulle trasparenze e che seducono chi li ste ammirando.