Articles by: Francesca di folco e simona florio

  • Brazzà ed i pittori di Poto Poto


    Pietro di Brazza ancora protagonista a New York. Dopo la felice mostra allla Casa Italiana Zerilli Marimò della NYU abbiamo partecipato ad un altra  serata dedicata a lui presso l'esclusivo National Arts Club al Gramercy Park South.
     
    La figura dell'inusuale esploratore è stata rivisitata da tre variopinti pannelli realizzati dagli studenti della scuola della "School of Painters of Poto Poto" a Brazzaville. Importanti ma per niente invadenti, hanno colorato e accompagnato gli ospiti delle bellissime sale del National Arts Club. In tanti colori tanti momenti e vitali espressioni della vita congolese
     
    Le singole tele hanno una propria espressività, ma fanno parte di un progetto che le comprende tutte e attribuisce loro un'armonia di senso.
     
    Giancarlo Cammerini uno dei curatori della mostra ha raccontato: "Sono andato più volte in Congo con gli altri due curatori Idanna Pucci e Terence Ward. Ho visto la scuola e i suoi artisti, un posto straordiario. L'istituto nacque grazie al pittore francese Pierre Lods con lo scopo di interpretare temi semplici senza alcuna influenza occidentale. Ne è nata così una moderna forma d'arte di cui il Congo va fiero ancora oggi".
     
    La mostra è stata allestita anche a Roma nel 2006, all'Auditorium Parco della Musica. Un grande successo: un muro intero di pannelli esposti. "L'opera è unica, ma qui è stata segmentata per motivi di spazio", ha commentato Cammerini. "Abbiamo spedito i pannelli 15 giorni fa e poi sono stati montati qui."
    Straripanti di fantasia le grandi tele dipinte allontanano il pensiero della povertà e della disperazione.
     
    La scrittrice Idanna Pucci ha fornito tutti i materiali utili per la realizzazione dei quadri, ma non ha voluto espressamente avere contatti con i giovani artisti per non influenzarne le opere.
     
    La presentazione del suo libro "Brazza in Congo: A Life and Legacy", Umbrage Edition Aprile 2009, ha rapprensentato un momento molto importante delle serata. Secondo l'autrice, il suo volume e l'esposizione hanno risvolti attuali. Evidenziano che ancora oggi l'elite ricerca beni e ricchezze, mentre la gente comune è sempre abbandonata a se stessa. La devastazione delle risorse naturali rende l'idea della realtà africana odierna. Gli interessi occidentali e asiatici hanno attualmente sostituito i vecchi obiettivi delle compagnie coloniali.
     
    "Io ritengo però che in questo scenario sconsolante la fenice dell'arte e la cultura crescano sopra le ceneri della sofferenza. Per questo la memoria di Brazza è inseparabile dall'antica anima del Congo e il suo ricordo accresce l'espressione artistica malgrado la terribile povertà", ci ha detto quando l'abbiamo avvicinata per una breve intervista. "Cinque dei nove artisti principali sono Bate'ke'. Il direttore del EPPP, Ecole de Peinture de Poto Poto, Pierre Claver Ngampio è il nipote dell'attuale re Makoko. Purtroppo l'EPPP non riceve sovvenzioni governative a causa dello scarso valore attribuito all'arte e alla cultura. Grazie a Kofi Annan, l'Unescu ha riconosciuto il EPPP come centro culturale. Ora gli artisti hanno creato una 'cooperativa' per assicurarsi una propria sopravvivenza, anche se sfortunatamente hanno poca possibilita' di esibire le loro opere all'estero e ricevere riconoscimenti internazionali."

    Cosa rappresentano i pannelli esposti?

    "Il titolo, Brazza: A Symbol for Humanity mette in luce l'interpretazione che gli artisti danno di Brazza. Le tele sono di movimenti, colori e forme, tutti simboli importanti di grandi gruppi etnici e figure storiche che alimentano l'ispirazione degli artisti. Nei pannelli si notano i ritratti di tre importani spiriti guardiani."

     
    Chi sono questi spiriti guardiani?

    "Pietro di Brazza, Re Makoko Iloo I e Pierre Lods, fondatore di Ecole de Peinture de Poto Poto. L'esploratore italiano rappresenta l'umanesimo e la solidarietà; il re africano la spiritualità e la tradizione; il creatore francese l'arte e la cultura. Il potere dell'arte è come un ponte di comunicazione tra nazioni e culture diverse."

    Quale è il messaggio di questa esibizione?

    "Penso che il significato sia la straordinaria attualità di Brazza. Il suo pensiero, oggi ritenuto scontato, non lo era certo a metà '800. Congo-Brazzaville, in qualità di quarta più grande produttrice di petrolio, è piena di risorse naturali e possiede anche la preziosa foresta pluviale. Lo sfruttamento ossessiovo di queste terre è ancora una realtà fortemente radicata. Brazza ha combattuto intensamente per contrastare tutto questo e la sua memoria è rimasta viva fino ai nostri giorni, infatti per la maggior parte dei congolesi il ricordo dell'esploratore rimane quello di un benefico 'antenato'."

     

  • Cav. Joseph Coccia

    Giovani italo-americani raccontano la loro italianità-italicità

    Molti i giovani italo-americani che il 7 febbraio hanno illustrato le attività organizzate nei diversi atenei  per promuovere la cultura italiana. Si è trattato di un appuntamento che ciclicamente la fondazione Coccia organizza per mettere i contatto diverse realtà accademiche.

    Presenti all'evento i fondatori dell'Organizzazione Mr Joseph. e Mrs. Coccia, con la figlia Elisa, vice presidente ; Phil Sergio, Coccia Foundation Student Liaison; Mary Ann Re, Direttore della Coccia Foundation; John Anthony Tamburri, Presidente del Calandra Italian American Institute e del American Association of Teacher of Italian (AATI) ; il Prof. Stanislao Pugliese docente alla  Hofstra University 

    Ospiti d'eccezione, e al tempo stesso protagonisti, studenti italo-americani. Tutti giovani che, con l'obiettivo di celebrare le proprie origini, organizzano eventi all'interno di molti atenei tra New York e New Jersey.

    Le loro parole hanno svelato un profondo entusiasmo che anima la loro attività come promotori della cultura italiana. Moltissimi di loro parlavano italiano ed erano in ogni caso in grado di comprenderlo.

    "Amo l'Italia! I miei genitorio sono siciliani. Questa estate andrò lì con mio fratello. Non vedo l'ora! Mi sento un ponte tra l'Italia e l'America: rappresento l'identità italiana che vive negli States", ci ha detto Eugenia Serratto, Presidente dell'Italian Club of Westchester Community College nel New Jersey. Franco Civiletta e' nato e cresciuto qui, ma ha genitori di Pratola Serra (AV). Ci ha rivelato la sua scelta in controtendenza di voler vivere nel Bel Paese: "adoro il life style italiano...mi rappresenta. Non vedo l'ora di guadagnare un po' per poter iniziare una nuova vita in Italia. I miei genitori non approvano, ma io porterò a termine il mio progetto. ...e poi adoro Ligabue".

    La Fondazione Coccia, creata dal Cavaliere Giuseppe Coccia e da sua moglie Elda, supporta dal 1994 eventi educativi e culturali come quelli presentati. Attenta in particolare ad una presenza presso istituti di istruzione superiore, l'Associazione ha l'obiettivo di promuovere la conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso l'istituzione di borse di studio, programmi didattici all'estero e manifestazioni culturali.

    La Fondazione fornisce da anni un contributo per aiutare le nuove generazioni di italo-americani che vivono negli States a conoscere meglio il proprio background culturale.

    Si deve a loro il coordinamento di realtà studentesche così che rimarrebbero nascoste nell'accademia americana. Importante anche il loro lavoro per far conoscere l'Italia deli giorni nostri. Non a caso tra i vari libri diponibili in esposizione per gli studenti un testo che Piero Bassetti, presidente di Globus & Locus, ha pubblicato in lingua inglese.

    Il cavalier Coccia durante l'evento ha parlato con orgoglio ed evidente commozione della sua Fondazione. Dalle sue radici e passione per l'Italia una missione: quella di aiutare i giovanii  a recuperare ed appropriarsi dello stesso senso di orgoglio per patrimonio culturale italiano che lui ha mantenuto intatto negli anni.
     

    John A. Tamburri, Preside del Calandra Italian American Institute, presidente dell' American AssociationTeacher of Italian of e socio fondatore di i-Italy.org,  ha cominciato il suo interventol parlando di l'identità. Ha evidenziato, infatti, il valore dell'appartenenza ad un gruppo come ponte capace di favorire il diramarsi di relazioni sociali. "Noi siamo il risultato dell'immigrazione", ha detto Mr. Tamburri svelando l'importanza che ancora oggi ricopre il lavoro dei primi italiani qui in America.

    "Attraverso la Coccia Foundation i ragazzi qui presenti, e molti altri, riescono ad aggregarsi e creare una comunità che non dimentica da dove viene. Infatti solo chi sa da dove viene riesce a conoscere chi è realmente ". Una storia comune fatta di tradizioni, usi e costumi sottolinea l'unicità di un popolo. Rivolgendosi ai molti giovani presenti all'evento, il Preside del Calandra ha sottolineato l'importanza delle relazioni, del network che si può creare tra le persone che hanno la medesima storia, appartenenza. "La gente oggi ha bisogno di sentirsi parte di una comunita' e il portale "i-italy.org" ne è un esempio: i lettori, iblogges, gli iscritti alla community crescono ogni settimana. Non esistono altri posti dove trovate un concentrato di informazioni italiane ed italiane in America cosi'".

    Il seminario ha rappresentato un momento anche conviviale di incontro tra giovani e professori che fanno parte di una rete accademica più unica che rara.  A margine abbiamo continutato a parlare con diversi studenti entuasiasti curiosamente insieme, dopo aver viaggiato anche molto per raggiungere la Hosfra University, un sabato mattina.

    Ci siamo ancora una volta  resi conto  l'amore per l'Italia travalica le origini familiari. "I nostri amici americani amano il nostro paese, vogliono racconti da parte nostra. Vogliono conoscerlo." ci hanno detto. Dunque loro sono i nostri veri ambasciatori italiani. Anche Italici quindi (come direbbe Bassetti) e non solo italoamericani.

    Abbiamo avvicinato la signora Elda Coccia che, attenta ma dolcemente silenziosa, aveva assistito all'evento. Nei suoi occhi tanto calore umano. Schiva, evitava persino di farsi fotografare, osservava,. Nel suo racconto una storia americana emblematica e ancora tanto amore per la cultura italiana.

    La sua famiglia è l'esempio di un'immigrazione "riuscita"?

    "Si. Devo dire che la mia famiglia ha veramente 'trovato l'America'. Quando sono arrivata avevo 15 anni e ora sono qui da 57. Praticamente ho vissuto la mia vita qui negli States. Mio marito ha svolto il lavoro di assicuratore e venditore di immobili. Abbiamo cresciuto cinque figli. Mio marito è nato a Newark, nel New Jersey da immigrati italiani venuti qui nel periodo della Grande Depressione. Io, invece, sono nata in provincia di Avellino."

    Cosa reppresenta per voi la Fondazione?

    "Mio marito ha lavorato fino a pochi anni fa ed ora è in pensione. Spendiamo tutte le nostre energie per i nipotini e per la Fondazione. Pensiamo infatti che il futuro sia nelle mani di bambini e adolescenti e che solo grazie ad una loro corretta educazione la cultura italiana possa prosperare.'"

    Quali risultati ha conseguito la Fondazione in questi anni?
     
    'L'Istituto si e' affermato nei campi italo-americani dell'istruzione e della progettazione di attività. Sono orgogliosa dei traguardi raggiunti: la fondazione finanzia scuole del New Jersey, New York, California, Carolina del Sud e sostiene College nel New Jersey, New York e Pennsylvania. Abbiamo fatto tanto per creare Club di Studenti Italiani e dar vita a "comunità" di italiani. E' stata avviata la distribuzione di libri italiani nelle librerie. Infine abbiamo istituito numerose borse di studio finalizzate a sostenere la lingua italiana all'estero con programmi di studio e riconoscimenti per i risultati annuali.''

    Si avvisa non poco orgoglio in lei...

    "La Fondazione è molto importante per le piccole comunità e che hanno voglia di integrarsi. Io sono fiera del lavoro di mio marito e di nostra figlia Elisa, oggi Direttore della Fondazione.La grande passione che mio marito ha per tutto ciò che ha il "sapore" italiano è stato il motore delle nostre iniziative. Questa Fondazione è nata per i giovani, per facilitare il loro inserimento nelle attività economico-sociali della comunità americana, per promuovere i valori italiani all'estero e per ricordare la nostra forte identità culturale. Fa parte della nostra vita. Del nostro percorso familiare."