Tra le star del David di Donatello

Cristina Fei (May 17, 2009)
Per una sera la Capitale, all’ombra della cupola di San Pietro, diventa la Hollywood del Bel Paese e premia il Cinema. E per Matteo Garrone poco importa se "Gomorra" è stato escluso dalla gara degli Oscar o se si sia lasciato sfuggire il Golden Globe a Los Angeles. La rivincita arriva giocando in casa con un premio made in Italy da condividere con Paolo Sorrentino del "Divo". Per voi appunti e riflessioni su una serata "glamour" tutta italiana

Giovane e attraente, dai lineamenti scuri e tipicamente mediterranei. Smoking d’alta moda e scarpe lucidissime. Timido davanti ai riflettori delle telecamere, ma con le idee ben chiare e con la voglia di farsi sentire. Uno spirito romano e ribelle come i suoi ricci che non riesce a domare a colpi di spazzola. Non è l’identikit del principe azzurro, ma il profilo del miglior regista nella 53esima edizione dei premi David di Donatello 2009, assegnati dall’Accademia del cinema italiano.

A quarant’anni Matteo Garrone conquista pubblico e critica con il suo film Gomorra, tratto dal romanzo-inchiesta di Roberto Saviano, e su 11 nomination si aggiudica ben sette statuette: per il miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura, miglior produttore, canzone originale, montaggio e fonico. E’ da questo successo che forse il cinema italiano prende la spinta per ripartire.  

Appuntamento l’8 maggio all’Auditorium della Conciliazione a Roma. Ci sono proprio tutti. Gli attori famosi e quelli emergenti, registi, produttori e modelle. Presenti all’appello anche le starlette di turno che si accompagnano ai nomi che contano. C’è persino chi ha interpretato solo piccoli camei o chi si fa vedere per promuovere le fiction di prossima uscita sul piccolo schermo.

Il jet set italiano schierato al completo per la fatidica passerella sul red carpet, da attraversare rigorosamente con incedere armonico ed elegante. Fermandosi al momento giusto per le foto, ammiccando ai giornalisti curiosi e sempre ben attenti a rilasciare interviste alle tv e radio più note.

Quasi come se per una sera la Capitale, all’ombra della cupola di San Pietro, diventasse la Hollywood del Bel Paese. A farla da padrone nella sfilata vip è l’abito lungo, indossato dalla maggior parte delle signore. Una lotta al capo firmato più glamour. Oltre al nero classico molto gettonati i colori bianco panna, celeste pastello o verde acqua. Scollature profonde, ma femminili e capelli raccolti come le dame dell’Ottocento.

Chi invece vuole stupire (in altri termini chi non vuole passare inosservata) osa con minigonne cortissime di paillettes argentate. In fondo, come insegna il re della pop art Andy Warhol, tutti hanno diritto a quindici minuti di celebrità! E per non farsi mancare nulla ad accogliere gli invitati l’ente organizzatore ha piazzato una hostess vestita da Jessica Rabbit che distribuisce cioccolata. Meglio addolcirsi la bocca prima di iniziare perché qualche candidato di sicuro il dente avvelenato ce l’ha.

La sensazione è che i due colossi in concorso, Gomorra di Matteo Garrone e Il Divo di Paolo Sorrentino, già reduci dalla vittoria rispettivamente del Gran Prix e del premio di giuria al Festival di Cannes 2008, daranno filo da torcere.

Previsione azzeccata, perché il bel Garrone e il napoletano Sorrentino monopolizzano la scena. Trionfano le storie vere, quelle attuali. Vince il racconto-denuncia, la rappresentazione della nostra realtà, nuda e cruda. Lo sa bene il regista di Gomorra che, con l’aiuto dell’autore Roberto Saviano, ha accettato la scommessa di portare al cinema il ritratto della Napoli contemporanea. Solare, ma difficile.

Allegra eppure prigioniera di un sistema chiamato “camorra”. Ecco cos’è Gomorra: un viaggio tra i vicoli del quartiere Scampia alla scoperta degli inciuci del mondo affaristico e criminale. Uno sguardo sui volti degli abitanti del posto, vittime o carnefici.

E questo film per il regista Matteo Garrone ha anche un valore affettivo perché sul set, un anno fa, ha conosciuto la sua attuale compagna e madre di suo figlio. A questo punto poco importa se Gomorra è stato escluso dalla gara degli Oscar o se si sia lasciato sfuggire il Golden Globe a Los Angeles, la rivincita arriva giocando in casa con un premio made in Italy da condividere…

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