Abruzzo. L'America si mobilita

Dom Serafini (April 26, 2009)
Generoso D'Agnese, noto giornalista esperto di emigrazione italiana, ci racconta come gli abruzzesi d'America si sono impegnati per aiutare i terremotati



Generoso D'Agnese segue per vari giornali l'emigrazione italiana, ed i particolare quella abruzzese, nel mondo. Abbiamo chiesto al giornalista di Pescara, che ha visitato le zone terremotate d'Abruzzo, com'é la situazione, specialmente a L'Aquila, cittá che conosce bene, dove ha vissuto come studente e durante il servizio militare.

“É un'Aquila ancora stordita quella che oggi si sveglia con un'altra giornata da inventare. Al continuo brontolio della terra che ha letteralmente spostato la vallata di alcuni centimetri, al freddo intenso, ora si è aggiunta  anche la pioggia capace di mettere a nudo i limiti del materiale logistico usato per le tendopoli”.

Le tende resistono?

“Non tutte resistono alla pioggia incessante che li flagella e che gonfiano fiumi e provocano frane”.

Chi hai visto tra i primi abruzzesi americani?

“Mario Daniele, imprenditore e vice console onorario italiano a Rochester, New York, è stato tra i primi a correre in soccorso della sua terra. È stato promotore della prima università per sordomuti in Italia (doveva nascere proprio all'Aquila o a Teramo)”.

Cosa ti ha detto Daniele?

“Quando l'ho incontrato le prime parole sono state: 'Ho la fortuna di avere ancora mia madre viva'. La mamma di Daniele, Esilde Casciani è in salvo, seppur ammalata. La casa, invece, si è sgretolata insieme a tutto il paesino. Esilde dovrà raggiungere il figlio Mario a Rochester, dopo aver riottenuto un passaporto andato perduto sotto le macerie. Daniele mi ha detto: 'fin dai primi momenti ho avuto il sentore che qualcosa di estremamente grave fosse successo. Le linee interrotte, l'impossibilità di comunicare con chiunque, le prime immagini trasmesse dalla Tv mi diedero subito il senso del dramma. Torno spesso in Abruzzo e mi incontro con altri conterranei molto attivi sia in Italia che negli Stati Uniti. E proprio con uno di loro, l'amico Dom Serafini di Giulianova, ho dato subito vita a una raccolta fondi, sperando che i nostri conterranei non diventassero confusi dalle troppe iniziative'.”

Da che paese è originario Daniele?

“Viene da Castelnuovo. Ubicata sulla corona altocollinare che cinge la conca dell'Aquila, Castelnuovo è (era) una frazione del comune di San Pio delle Camere, e nella notte del 6 aprile si è ritrovata a sopportare la massima potenza della scossa sotterranea. Qui la terra ha tremato più che in qualsiasi altro luogo del circondario, toccando la massima intensità di magnitudo e sbriciolando il piccolo centro arroccato intorno al suo nucleo storico. Cinque morti e la distruzione pressocchè totale rappresentano il bilancio di questa piccola fetta del dramma.

A distanza di quattro giorni dal sisma che l'ha colpita, Daniele è arrivato a Castelnuovo per ritrovarsi a scavare insieme ad altri concittadini tra le macerie del paesino”.

Che impressione ha avuto?

“Nonostante Castelnuovo sia il paese d'origine dell'ex presidente della Camera Franco Marini, quasi nessuno ha mostrato il suo dramma. Hanno avuto soltanto la visita di Rai Italia, ma le grandi testate giornalistiche e  i rappresentanti delle istituzioni non sono arrivati. Hanno preferito fermarsi a Poggio Picenze per inaugurare -- giustamente-- la ripresa della scuola sotto le tende. Non è per vittimismo che Daniele reclama attenzioni. Ma la visita di qualche rappresentante delle istituzioni avrebbe almeno tirato su il morale di chi ha visto morire i suoi cari e deve ricominciare tutto da capo.

Daniele ha offerto la sua disponibilità agli studenti rimasti senza casa e senza corso di laurea per permettere loro di continuare gli studi in America.

L'offerta di Daniele è solo una delle tante iniziative che hanno trasformato l'Abruzzo in una terra 'in attesa'. Tutti vogliono aiutare e tutti vogliono che gli aiuti arrivino veramente a buon fine sostenendo progetti validi e concreti”.

Hai incontrato altri americani di origini abruzzesi?

“Si, Santa Casciani, professore di lingua e letteratura italiana alla John Carroll University di Cleveland, Ohio. Ricercatrice e autrice di testi su Dante e Michelangelo, Santa è il direttore del “Bishop Anthony M.Pilla Program in Italian American Studies” (con corsi a Roma e L'Aquila).

Qual'é la sua storia?

“Me l'ha raccontata lei stessa. 'Sono arrivata a L'Aquila nella primavera scorsa e ho accolto una trentina di ragazzi provenienti dalla John Carroll University. In autunno mia madre Giannina Casilio Casciani, che mi accompagnava al suo paese natale, ha avuto un ictus. Abbiamo iniziato un periodo di riabilitazione ma la scossa del 6 aprile l'ha sorpresa sola in casa con la badante ed entrambi si sono salvate per miracolo. Il terremoto ha distrutto completamente la nostra casa che fungeva anche da piccola scuola per gli studenti. Mi è rimasta solo l'automobile mentre il pc, con tutti i dati immagazzinati, è inservibile. Ora dormo accanto a mia madre, in ospedale, su una brandina offerta dal personale che già deve provvedere ad accudire decine di malati sfollati dall'ospedale dell'Aquila; non so come riportare mia madre in America. Mi hanno chiesto cifre che vanno fino ai 100mila dollari'.

Dal giorno del terremoto, impossibilitata a vivere in casa e impegnata a vegliare sulla madre, la professoressa si è trasformata in volontaria nella corsia del piccolo ospedale di Tocco da Casauria”.

Altri casi?

“C'é poi il professore aquilano Alessandro Pajewski, ricercatore all'Universitá di Chicago, che preferisce tornare quando non é d'ingombro. 'I miei genitori, parenti ed amici si sono salvati e sono ora sfollati a Pescara', ha raccontato. 'Andare in Abruzzo avrebbe significato diventare una bocca in piú da sfamare ed alloggiare. Preferisco andare verso l'estate e concentrarmi sul restauro degli edifici di rilievo artistico che sono stati danneggiati', ha concluso Pajewski.

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