Che cosa è Obama per un Italo-Americano?

Lo abbiamo chiesto nella Little Italy del Bronx, in quella di Manhattan, e a Long Island. Ecco cosa ci hanno risposto,tra un caffè e l'altro, i nostri intervistati...


LITTLE ITALY (BRONX) - La nostra inchiesta di strada su cosa pensano gli Italo-Americani del nuovo Presidente comincia da Arthur Avenue, l'arteria principale della Little Italy del Bronx.


Incontriamo subito Anna Calabrese, trentenne di Catanzaro, che vive a New York da 10 anni. Da tempo impiegata nel settore catering, inizialmente ha avuto difficoltà con la lingua, ma ormai la parla correttamente. Ha lasciato la famiglia in Calabria dove torna una volta all'anno.
 
Domani il neo Presidente si insediera' alla Casa Bianca. Cosa si aspetta una ragazza giovane come te? 
"Ho un lavoro sicuro e che mi piace. Per questo mi sento fortunata. Molti miei coetanei sono disoccupati. La crisi economica si avverte. Mi aspetto da Obama un miglioramento in questo senso: vorrei un aumento dei posti di lavoro".
 
Cosa ti affascina del Presidente Obama?
"È un uomo credibile. Sento che ha tanta voglia di cambiare, ha detto che investirà nelle nuove generazioni e aiuterà i giovani ad inserirsi".
 
Dunque sei ottimista?
"Gli do' fiducia, ma sto a guardare come si comporterà nei prossimi mesi. Voglio proprio vedere se riuscirà a mantenere quello che ci ha promesso".

 

 
Su Arthur Avenue c'è il locale di Giancarlo Paciullo, 60 anni. Il 12 luglio 1971 è venuto a New York dalla sua città natia, Salerno, a cercar lavoro. Ci ha raccontato la sua storia con in sottofondo le note di Gigi D'Alessio. Da sempre nel Bronx, ha mandato avanti un'enoteca per diciotto anni e da tredici ha aperto una salumeria, "Tino's Delicatessen: authentic Italian food shop". Sulle pareti trionfano le foto di Obama e quelle dei lontani parenti. Sui banconi sono esposti ben in vista prodotti italiani e, soprattutto, quelli tipici della sua terra.
 
Da proprietario di ristorante, ha avvertito la crisi economica americana di cui si parla tanto?
"Sinceramente no. A Natale abbiamo venduto panettoni, pandori, cioccolata e tanti altri prodotti. Tutti italiani. La gente riesce a rinuciare ad un paio di scarpe, ma non può fare a meno di mangiare. Riconosco però che alcuni settori sono in crisi."
 
Quali? 
"Beh, l'abbigliamento è un di più e la gente spende di meno su quel versante. La crisi delle altre industrie è evidente dall'aumento della disoccupazione: molti clienti mi dicono che trovare lavoro in città e nelle grandi compagnie è diventato difficile..."
 
Ha fiducia nel neo Presidente?
"Sì, guarda ce l'ho anche lì sul camino" (e indica la foto).
 
Come crede che Obama riuscirà a risollevare la situazione?
"Non so come, ma il miglioramento ci sarà. Voglio sperare che tutto cambi in meglio. Io sono in America da trentasette anni. Sono venuto in America povero, tra mille difficoltà. Tutta la mia vita è stata in salita e per lui è stato lo stesso. Ed è per questo che sono dalla sua parte."

 

 
Ci addentriamo ancora per le strade del Bronx e ci imbattiamo in Giovanna Petti, 43 anni. Gestisce un ristorante, è originaria di Salerno e torna spesso in Italia. È venuta in America nel '72, ed ha visto cambiare il paese dalle vetrine del locale nel quale ha sempre lavorato. Ci accoglie con gentilezza, facendoci sedere ad un tavolo ed offrendoci un caffè. E' subito disponibile a condividere con noi le sue idee politiche.

Cosa ne pensa di Barack Obama, nuovo presidente degli Stati Uniti?
"Credo che Obama possa fare molto per questo paese. Il colore della pelle non ha alcuna importanza. Non è l'aspetto esteriore che conta. Per me Obama è metà bianco. Quello che mi interessa è il suo modo di pensare e di agire in nome del popolo americano. Tutti noi dobbiamo dargli una chance."
 
Pensa che Obama possa sostituire la figura dell'ex presidente Bush? 
"Bush ha governato solo in nome del potere. Ha scatenato una guerra inutile, ha causato la morte di molti dei nostri figli, non ha fatto niente per il bene del paese. Perchè non manda la sua famiglia in guerra? Non riesco a pensare che una cosa del genere sarebbe potuta succedere pure a mio figlio. (Ci dice indicando il figlio che sta disegnando su un tavolino all'angolo della sala). Già con l'11 settembre ha dimostrato la sua inefficienza. Obama è diverso. Ho fiducia nel nuovo presidente."
 
Crede che il cambiamento preannunciato da Obama possa divenire presto realtà?
"Si, credo molto in un cambiamento. Obama è il nuovo presidente del popolo, non governa per il potere ma per le persone. É l'uomo che viene dalla miseria, non dal potere, e questo potrebbe essere il suo vero punto di forza." 
 
Lei si sente più repubblicana o democratica? 
"Sono repubblicana. McCain è una persona matura, con molta esperienza ma questo non vuol dire che Obama non possa esserlo altrettanto. All'America serve un presidente che si impegni realmente per la realizzazione delle sue idee. McCain era solo la scelta più facile, la più affidabile."
 
Nonostante repubblicana, darà quindi il suo sostegno al nuovo presidente?
"Dopo la fine delle elezioni, bisogna sostenere il nuovo presidente, chiunque egli sia. L'America sta fallendo e il popolo deve essere unito in questo momento di difficoltà. Obama non è un nero, questo è solo un dettaglio insignificante. Obama è un uomo dai grandi ideali e questa è l'unica cosa che conta."   
 
 
Svoltiamo di nuovo su Arthur Avenue ed entriamo nella bottega di Raffaele Ruocco, che vive negli Stati Uniti da quarant'anni. É originario di Napoli e fa il calzolaio. Non ha mai voluto prendere la cittadinanza americana, non è mai stato interessato al diritto di voto negli Stati Uniti. Accogliendoci nel suo negozio, è un po' restio a parlare di politica. Ci offre comunque un ottimo caffè, citando il maestro De Filippo: "Per fare un buon caffè ci vogliono tre cose: caffè, caffè e caffè."

Cosa ne pensa del nuovo presidente?

"I presidenti cambiano ma qui non cambia niente. É un po' come succede in Italia. Peggio di Bush comunque non può andare, lui ha fatto tutto solo per la gente ricca. L'importante è che Obama riesca a risolvere i problemi legati al lavoro. Tanto tutti rubano, speriamo che lui rubi meno degli altri."

Obama è il primo presidente Afro-Americano della storia degli Stati Uniti. Cosa ne pensa?

"I neri di oggi sono tutta gente preparata. Il 5% degli impiegati negli uffici sono Afro-Americani. Sono ormai una realtà pienamente integrata con la società. Il problema vero è il disinteresse generale per la politica. In America la gente non va a votare, spesso non si sa neanche il nome del sindaco."


Come nelle migliori conversazioni, con in mano una tazzina di buon caffè napoletano, l'atmosfera diviene più familiare, ed anche Francesco Teti, 70 anni, originario di Soverato Marina, si sente in dovere di intervenire. Lui è un carpentiere che ha lavorato per diverse imprese edili di New York. Ci racconta che l'America per lui è stata una fortuna, non avrebbe mai potuto permettersi un lavoro e vari appartamenti restando in Italia.


"Io credo molto in Obama." Dice Francesco "La situazione dell'Italia è davvero critica in questo momento, ma in America le cose sono diverse. Obama può creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e creare un ambiente di prosperità riportando l'America nello splendore passato. Mi piacerebbe molto che mia figlia e mia nipote si trasferiscano qui in America. Sono sicuro che, con un presidente come Obama, le loro opportunità crescerebbero." 

 
  
Sempre su Arthur Avenue incontriamo ora Antonio Ferri, 66 anni, nella sua pizzeria  È nato a Salerno, dove è stato carabiniere per sedici anni. A 33 anni è venuto a New York con l'idea di guadagnare di più. Proprietario di "Ivana's Pizzeria & Restaurant" e presidente del "National Association Carabinieri of Italy", si divide tra questi due impegni. E' sposato e ha due figli nati e vissuti a New York, ma che parlano perfettamente italiano. Uno è interprete all'ONU, l'altro è ingegnere dell'aeronautica.
 
Guardando le foto appese è facile intuire un suo legame con l'Arma dei Carabinieri..
"Si, infatti. Sono al terzo mandato come Presidente dell'Ass. Nazionale Carabinieri d'Italia qui a NY. Sono 15 anni che ricopro questo incarico e ne vado fiero."
 
Cambierà qualcosa con Obama alla Casa Bianca?
"Sì, ne ho la certezza. In particolare scuola, sanità e ambiente. Tengo molto anche alla sicurezza, soprattutto dopo l'attentato alle Torri Gemelle. Io ho votato Obama. Sono un democratico, ma io voto la persona non il partito. L'importante è cambiare pagina e, se manterrà le promesse fatte durante la campagna elettorale, questo succederà."
 
Perché? È scontento della passata amministrazione?
"Sì. Lo dico senza peli sulla lingua. Sono scontento di Bush. Pubblicatelo! Perché ha fatto una guerra non autorizzata, ha messo il mondo in crisi. La guerra in Iraq è ormai persa e, infatti, Obama ritirerà le truppe."
 
Quale è l'arma vincente di Obama secondo lei?
"L'essere un politico vicino alla gente. In America è così: a tutti i politici piace incontrare le persone comuni e parlare con loro. Sia il semplice sindaco che il Presidente degli Stati Uniti amano avere un contatto diretto con gli elettori. Da voi in Italia i politici sono inarrivabili. Li vedo arrivare a NY a spese degli italiani con molte guardie del corpo, tenendo a distanza tutti."
 
Obama: il nuovo orizzonte dell'America?
"Ho sempre amato vivere a NY. Quando sono arrivato ho trovato subito lavoro e ho iniziato presto a guadagnare. Qui non c'è la mafia, non ho mai ricevuto richieste di pizzo. Questo aiuta gli imprenditori come me. Un buon Presidente, però, aiuta tutta l'economia. Anche Clinton mi è piaciuto perchè ha ridotto il deficit americano a zero. Da Obama mi aspetto un risultato simile."
  
 
Sulla 187° strada, Emanuela Florio, 62 anni, vende zeppole e dolci italiani. Gestisce la pasticceria "De Lillo" che con i figli e il marito. Nata a Sarno, vive a New York da 43 anni. È venuta insieme ai sei fratelli, tutti stabiliti in città. Ci ha detto di essere fiera della sua italianità che esprime offrendo il caffè ai suoi conterranei.
 
Domani la tv trasmettera' per tutto il giorno immagini della cerimonia di inaugurazione che vedrà Obama insediarsi come nuovo presidente in carica. Anche lei si fermerà a guardare?
"Si, certo! Quel ragazzo mi piace molto. All'America serve un cambiamento forte."
 
In quale campo?
"Sanità, assicurazione e scuole. La cosa più importante, però, è il ritiro delle truppe dall'Iraq. Lì muoiono i nostri giovani, e questo è inaccetabile!"
 
La strategia politica di Obama è adatta ad affrontare queste problematiche?
"Credo di sì. O almeno lo spero, si vedrà tra qualche mese. Vorrei soprattutto che la crisi economica si risolva in fretta. Le spese aumentano, io devo pagare i dipendenti e ristrutturare il negozio. Prima stavamo meglio, la gente spendeva di più. Oggi si vede molta meno gente."
 
Sente che il nuovo Presidente tutelerà i suoi interessi?
"Obama ha detto che starà vicino a tutti. E io ci credo, perchè no? Secondo me aiuterà tutte le minoranze, in fondo lui ne fa parte."
     


 
LITTLE ITALY (MANHATTAN) - Cambiamo zona, ora siamo nella Little Italy di Manhattan, quella più nota ai turisti. Bandiere italiane sulle porte dei ristoranti; ma sono molti i locali che, pur mantenendo una certa apparente italianità, hanno cambiato gestione. 
 
 
La signora Anna Silvestri, di 78 anni, ne ha uno. È nata a New York, anzi è nata proprio qui a Little Italy. All'età di tre anni si è trasferita a Napoli per poi ritornare qui compiuti i 20. Ha aperto diversi ristoranti in questo quartiere, ma ora ne ha soltanto uno. I due figli e i numerosi nipoti la aiutano nel mandare avanti la sua attività, dove propone piatti tradizionali della cucina italiana.
 
Secondo lei cosa può dare Obama all'America?
"La sua grinta. È giovane e ce l'ha. Penso che sia un progressista e l'America ha bisogno di una persona come lui. La cosa più importante che può fare è tutelare le fasce più deboli, le famiglie che hanno poco reddito, soprattutto in questo momento in cui si trova difficilmente lavoro."
 
Crede che Obama può risollevare la situazione?
"Credo di sì. E poi è necessario. Nel mio ristorante lavorano molti camerieri e ho a cuore la loro situazione. A volte non chiudo il locale anche per far guadagnare a loro la giornata e portare qualche soldo a casa. Non ci dovrei pensare io, ma lo Stato. Da Obama vorrei questo. Risolleverà la situazione anche ritirando le truppe dall'Iraq. Mio nipote è appena tornato. Ero molto in pensiero e lo sono ancora per i giovani rimasti lì."
 
Pensa che il nuovo Presidente garantirà maggiore sicurezza?
"L'America ne ha bisogno, io ne so qualcosa. Ho assistito di persona alla tragedia dell'11 settembre. A volte preferirei dimenticarmene. Ero al sesto piano della seconda torre con mia figlia e la vicina di casa. Ho visto la gente che si gettava dalle finestre e i palazzi crollare come candele. Siamo scese di corsa e siamo scappate. Non vi nascondo che ancora adesso ho paura degli attentati. Per questo vorrei maggiore vigilanza. Obama l'ha promessa."
 
 
Lunella, una manager di mezz'età, è un po' restia a parlarci di sé. Originaria di Altamura, un paese vicino Bari, si è trasferita in america da bambina e si è fatta strada con le sue forze fino a divenire proprietaria di un ristorante a Little Italy, nonchè di altri locali sia in America che in Italia. Il suo aspetto è severo ed elegante, veste di un tailleur beige, e ci accoglie con modi gentili facendoci accomodare in fondo alla sala del suo locale.

Parliamo di Obama... cosa pensa del nuovo presidente degli Stati Uniti?
"Sono una repubblicana ma credo che bisogna dare una possibilità a tutti. Non è stato semplice per me da bambina trasferirmi in un nuova nazione. Oggi ho costruito tutto questo da sola, grazie a un pò di sacrifici e ad una dose di buona volontà. Il nuovo presidente ha molti buoni propositi ed è un uomo di grande carisma. Certo, ci vorrà molto tempo per vedere i risultati del suo governo ma ora siamo ad un punto morto. Tutto può succedere. L'America viene prima di tutto. Non importa chi sia il suo presidente. Obama è con il suo popolo e noi dobbiamo essere con lui. É presto per sapere se Obama cambierà realmente la situazione economica del paese ma noi abbiamo fiducia in lui perché abbiamo fiducia nella rinascita dell'America."
 
Crede che la colpa di questa situazione di crisi che sta vivendo l'America sia in parte colpa di Bush?  
"No. Bush non ha nessuna colpa. Quello che è successo non è dipeso da lui. Al contrario Bush è stato molto vicino agli americani durante la crisi ed ha elargito numerosi aiuti economici per venire incontro alle famiglie ed aiutare il paese a superare questo brutto momento."
 
Crede che il passato islamico di Obama possa influenzare in qualche modo il presente? 
"Obama è un presidente buono. Credo che il passato non abbia alcuna importanza. Conta il presente e quello che ognuno decide di diventare. Chiunque vuole guadagnarsi rispetto o salire al potere deve fare delle scelte. Se Obama ama l'America riuscirà a cambiare la situazione del suo paese. Deve conquistare il suo popolo e farsi volere bene dall'America. Io ho molta fiducia in lui e sono sicura che se lo invitassi a mangiare al mio ristorante lui verrebbe."

 
 
Ernesto Rossi, 58 anni, gestisce un negozio di articoli italiani. Anche lui è nato in questo quartiere. Suo padre si è trasferito in America da Napoli, sua madre invece è originaria di Avellino. Nel suo negozio si respira un'aria d'altri tempi, tra presepi di terracotta in vetrina e poster dello storico quartiere italiano di Manhattan a ricoprire i muri. Il tricolore della bandiera italiana si manifesta in diverse forme, dai dadi da gioco ai portachiavi dei mondiali del '90. A fare da sottofondo alle nostre domande tipiche canzoni popolari siciliane e napoletane. 

Cosa ne pensa di Barack Obama, nuovo presidente degli Stati Uniti?
"Obama è grande, ha carisma ed è una persona molto abile, lo ha dimostrato nell'organizzazione della campagna elettorale. Sono sicuro che saprà rendere l'America differente dalle altre nazioni restituendole l'antico primato. Il governo americano ha bisogno di un cambiamento netto e il popolo si aspetta molto da lui." 
 
Come ha vissuto l'America sotto l'era di Bush? 
"Le intenzioni di Bush non erano cattive. Dopo l'11 settembre ha protetto l'America come poteva." 
 
Pensa che sia realmente possibile il cambiamento economico annunciato da Obama? 
"Certo. Obama potrebbe realmente cambiare l'economia del paese perchè ha molte relazioni, ha mille possibilità, una mente aperta, spirito di iniziativa. Può creare nuovi posti di lavoro e risolvere molti problemi." 
 
Obama è il primo presidente Afro-Americano della storia degli Stati Uniti. Crede che il colore della pelle sia significativo?
"Il fatto che Obama sia nero è significativo di una nuova promessa. Gli americani hanno bisogno di un cambiamento ed Obama può creare nuove possibilità per tutti. Il colore della sua pelle potrebbe anche essere un vantaggio in quanto il suo messaggio giunge a tutte le comunità e le etnie che popolano l'America. Il nostro successo, come il successo del paese, dipende dal successo del nuovo presidente. É molto probabile che Obama verrà rieletto ancora alla fine del suo mandato, ma avrà bisogno di un po' di fortuna per riuscirci, mi piacerebbe regalargli un corno rosso (ci dice indicando la rastrelliera alle sue spalle ricoperta di corni rossi ed altri portafortuna). Il suo punto di forza sta nell'essere un grande organizzatore, un "melting pot" che si riflette nel popolo americano e crea collaborazione e convivenza pacifica. É il momento di cambiare ed Obama è l'uomo giusto. Sono sempre stato un democratico."   
 
 
 
VALLEY STREAM (LONG ISLAND) - Qui siamo ai margini dell'area metropolitana di New York- E qui Gaetano Gisone ha deciso di aprirsi una pizzeria. Ha 37 anni, è sposato con un'americana e ha tre figlie.  È nato a Trapani e parla soltanto il dialetto trapanese. Tra una domanda e l'altra canticchia canzoni italiane. Nel locale, un signore italiano ascolta interessato l'intervista, commentando di tanto in tanto.
 
Domani avrà un nuovo Presidente, cosa ne pensa?
"Non sono contento. Io sono un repubblicano convinto. Non credo che Obama sarà in grado di migliorare le cose. Non mi convince perchè all'America serve un uomo forte e il nuovo Presidente non lo è."
 
Perché?
"Lo vedo giovane e inesperto, non penso sia adatto a guidare l'America. Anche la sua politica estera non mi piace. Sono favorevole all'intervento in Iraq e vorrei che le nostre truppe rimangano lì per mantenere l'ordine." 
 
Cosa serve all'America che Obama non ha?
"Serve un uomo come Bush. Mi ispirava sicurezza. Dopo l'11 settembre le scuole delle mie figlie sono rimaste chiuse solo due giorni perchè l'ex Presidente non avvertiva più pericoli. Questo ci tranquillizzò subito, per me è importante."
 
Non dà nessuna fiducia a Obama?
"No. Comunque spero di ricredermi. Ha 100 giorni di tempo per farmi cambiare idea, come Roosevelt."
 
 
Un pizzaiolo siciliano di 45 anni, Giuseppe Galanti. E' nato a Palermo si è trasferito a New York nel 1972 per cercare lavoro.
 
Qual è la prima cosa a cui dovrà pensare il nuovo Presidente? 
"Deve pensare a risanare il debito pubblico. Ma non ci riuscirà: sarà un burattino nelle mani dei veri potenti. Ètroppo giovane. Bush, però, gli ha lasciato questo pesante deficit da sanare."
 
Ci riuscirà?
"No. Arricchirà solo le sue tasche. A noi cittadini non entrerà niente. E poi io non credo nella politica. Èuna mafia legale, in tutto il mondo. Ogni dieci anni, come un ciclo continuo, democratici e repubblicani si alternano al potere, ma non cambia mai nulla. Non credo che la crisi economica sia autentica: credo che sia una messa in scena.  
 
Se è tutto organizzato come lei pensa, anche il Presidente è inutile?
"Certo. È solo un simbolo. Non serve a molto. E' soltanto un portavoce di un sistema di poteri che non tutela molto noi cittadini."
 
Quindi quali saranno i risultati della Presidenza Obama?
"La sanità restarà privata, nulla favorirà le minoranze e non vi saranno conquiste per le piccole comunità. C'è stato un gran dibattere sul colore della sua pelle, ma non sarà questa particolarità ad agevolarci. I poveri resteranno poveri, come i giovani che si sono arruolati. Anche la questione dell'Iraq rimarrà irrisolta: ci saranno sempre giovani americani, anche Obama non ritirerà le truppe."
 



 



 

 

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