Natalia Ginzburg. Il ricordo all'Istituto di Cultura di New York

Camilla Santinelli (April 08, 2016)
Il 14 luglio prossimo Natalia Ginzburg avrebbe compiuto cento anni (è nata a Palermo il 14 luglio 1916 e scomparsa a Roma il 7 ottobre 1991). L’Istituto di Cultura diretto da Giorgio van Straten l’ha voluta celebrare con un dibattito e la lettura dei suoi scritti da parte di Nanni Moretti.

La scorsa settimana l’Istituto Italiano di Cultura a New York ha aperto le sue porte, come sempre, alla celebrazione della migliore letteratura italiana. Questa volta lo ha fatto ricordando una delle sue più importanti rappresentanti - Natalia Ginzburg - in occasione del centesimo anniversario della sua nascita. 

E' stato un evento diverso dall'usuale, ospite d'onore è stato Nanni Moretti che, con tono solenne e altamente evocativo, ha accompagnato l’evento leggendo in italiano alcuni estratti di Caro Michele, il romanzo epistolare scritto dalla Ginzburg nel 1973.

Intensa la sua lettura, Nanni Moretti è parso particolarmente concentrato in un’atmosfera non lontana da quella familiare raccontata nel suo ultimo suo film, Mia madre, che ha al centro il rapporto madre-figlio e la famiglia.

Dopo una breve introduzione della responsabile dell’Istituto, Donatella Baldini, in cui è stata sottolineata l’importanza della consapevolezza della scrittrice nei confronti della dimensione sociale del linguaggio e di come quest’ultimo sia in grado di creare e modellare le relazioni sociali - sono stati presentati gli altri due ospiti: Stefania Lucamante, docente di italiano e letterature comparate presso l’Università Cattolica di America a Washington DC e Valerio Magrelli, poeta e professore di letteratura francese all’università di Cassino.

L’intervento di Stefania Lucamante è stato incentrato sulla delineazione della figura di Natalia Ginzburg all’interno della società del suo tempo e di come la sua scrittura ne sia rimasta profondamente influenzata.

Nata a Palermo, ma vissuta tra Torino e Roma durante gli anni della guerra, la Ginzburg si è confrontata con periodi complessi e difficili che non hanno però intaccato, in alcun modo, quella continuità tematica, stilistica e intellettuale che si può rintracciare nei suoi lavori.

La componente familiare è una parte incisiva nel suo approccio e quindi la Professoressa Lucamante ha fatto cenno anche alla passione che scaturiva dagli eventi e dai legami familiari e di come la scrittrice ne sia servita per modellare le trame dei suoi racconti.

Anche il Professor Magrelli si è soffermato principalmente sul concetto di famiglia, e di come il contesto familiare non solo abbia ispirato il titolo di uno dei suoi più famosi romanzi (Lessico famigliare, 1963) ma anche tutta la sua vita. 

Nata in una famiglia numerosa, figlia di un importante scienziato (e qui l’accostamento con Calvino è inevitabile), la Ginzburg - sebbene considerata da alcuni una scrittrice Naïf - è stata sempre in grado di usare la sua “intelligenza letteraria” per comporre romanzi straordinari, delineando figure di protagonisti energici e peculiari che l’hanno resa una scrittrice unica nel suo genere.

L’incontro si è concluso con un’ultima lettura di Nanni Moretti, questa volta di alcuni estratti di La mia psicanalisi: degna conclusione di un incontro molto intenso.

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